Il progetto
La Scuola del Verde nasce nel 2015 all’interno del Festival del Verde e del Paesaggio e dal 2020 collabora con il Museo Orto Botanico di Roma.
È un progetto formativo per professionisti o per chi muove i primi passi, dedicato a chi vive nelle grandi città e sente il bisogno di ristabilire un rapporto con la natura e il regno vegetale. Un giardino/laboratorio ispirato ai principi dello slow gardening e del giardinaggio ecologico, in cui apprendere connessioni, associazioni e comportamenti del mondo naturale.
Organizza corsi di giardinaggio ecologico – in vaso e in terra – botanica, planting e flower design; sessioni di forest bathing, nature therapy e mindfulness; incontri e talk; passeggiate storico-botaniche; attività e laboratori di educazione ambientale per bambini; progetti di ortoterapia.
Ispirati dalla consapevolezza che fare giardinaggio con il cambiamento climatico significhi infrangere tutte le regole, i corsi della Scuola del Verde insegnano a: coltivare con l’ aumento delle temperature; creare spazi esterni resilienti e ricchi di biodiversità; prendersi cura del mondo naturale e dei viventi; praticare un giardinaggio ecologico; trovare una connessione con la natura. Tutti i corsi si svolgono al Museo Orto Botanico di Roma e rilasciano un attestato di partecipazione.
La filosofia
Il riscaldamento globale sta inevitabilmente spingendo verso una riconversione generale dei panorami cittadini. Per avere ossigeno e temperature più accettabili senza spreco di energia dobbiamo alberare strade e piazze. Piantare orti nei parcheggi, avere giardini nei terrazzi, sui balconi o sui tetti. Creare spazi verdi che mostrano la possibile evoluzione di un paesaggio che noi consideriamo immutabile, e sollevano la questione della ricchezza del mondo naturale e della biodiversità.
L’ uso che deciderai di fare del tuo piccolo pezzo di pianeta può fare davvero la differenza. Un balcone è un’ oasi piena di fiori in un deserto di cemento. Un giardino, una fonte sicura di nettare per gli impollinatori che faticano a sopravvivere per la carenza di habitat naturali e l’uso diffuso di pesticidi.
Balconi, terrazzi, giardini, tetti praticabili, sono la nuova frontiera urbana dove sperimentare la sensorialità del mondo vegetale, la dinamicità dei mutamenti stagionali. Scoprire suggerimenti per un possibile e necessario futuro di buone pratiche ambientali. Trovare la risposta alle sfide future sulla sostenibilità ecologica e sociale.
E non chiamatelo “greening”. Non stiamo solo cambiando colore ma utilizzando la vegetazione per trasformare le nostre città in ecologie urbane complesse capaci di produrre nuovi microclimi.
Il manifesto
Il giardiniere ecologico rispetta e protegge la biodiversità. Asseconda la sua libertà di esistere e la sviluppa in tutte le sue forme, consapevole del ruolo che riveste nel contribuire alla salute e all’equilibrio vivente. Cambia prospettiva su ciò che è necessario fare.
Non usa la torba; si occupa della conservazione del suolo e della scarsità d’acqua; incoraggia «le erbacce» e la flora locale; lascia che le piante si auto-seminino; le protegge in modo naturale, con pacciami, coperture, consociazioni; segue la regola pianta giusta al posto giusto; coltiva piante da seme o da produzione sostenibile per evitare il fast gardening; asseconda il ritmo delle stagioni perchè sa che le piante hanno bisogno del loro tempo; osserva il mondo vegetale; si connette con la natura.